giovedì 28 febbraio 2008

mercoledì 20 febbraio 2008

Ancora una fumata grigia... Intanto la Provincia di Potenza s'impegna ad impugnare la delibera...

Da Ansa.it:

Il commissario di governo per l'emergenza rifiuti in Campania, Gianni De Gennaro, ha incontrato oggi, negli uffici della Provincia di Salerno, il Presidente della Provincia, Angelo Villani, e l'assessore all'Ambiente, Angelo Paladino, per fare il punto sull'emergenza rifiuti nel "salernitano". Al vertice ha preso parte anche il sottosegretario ai Trasporti, Andrea Annunziata. L'incontro è durato circa due ore. Il commissario De Gennaro è andato via senza rilasciare dichiarazioni. «Abbiamo discusso della situazione emergenziale, dell'impiantistica, della raccolta differenziata. È stato un incontro che ha visto sul tavolo la discussione di argomenti a 360 gradi»: ha detto l'assessore provinciale all'Ambiente, Angelo Paladino, alla fine del vertice. Paladino ha ribadito che al supercommissario è stata fatta esplicita richiesta affinchè si dia il via alla provincializzazione del ciclo dei rifiuti. Nel corso dell'incontro si è parlato anche del sito di Caggiano, individuato dalla Provincia di Salerno, mentre è stato smentito, da Paladino, che sia previsto un possibile ampliamento della discarica di Serre. «Serre chiuderà - ha affermato l'assessore - quando avrà finito di assolvere al suo compito. Cioè fino a quando potrà accogliere 700 mila tonnellate di rifiuti (capienza massima di Macchia Soprana, ndr) prodotti dalla regione Campania».

Da segnalare che Angelo Paladino, in una dichiarazione rilasciata a Il Mattino, ha aggiunto questa notazione: "Si è deciso che nei prossimi giorni ci saranno una serie di sopralluoghi tecnici". In un'altra dichiarazione ancora (da notare come ad ogni organo di stampa l'assessore Paladino fa trasparire un particolare diverso, forse orientato a tranquillizzare, o destabilizzare, l'uditorio cui si rivolge, ndr), rilasciata a La Nuova Basilicata, ha snocciolato queste frasi: "La Provincia di Salerno ha evidenziato come il sito sia potenzialmente idoneo (cosa vuol dire potenzialmente poi ce lo spiegherà, ndr), ora spetta al Commissariato prendere le ulteriori decisioni. Anche perchè sono i tecnici del Commissariato che dovranno valutare tutti gli aspetti idrogeologici e politici prima di ufficializzare il sito. Il commissario De Gennaro si è, appunto, riservato di decidere con la sua struttura tecnica". Sempre nello stesso articolo, La Nuova Basilicata c'informa che il commissario De Gennaro avrebbe riferito, a chiare lettere, che le proprie valutazioni si baseranno sotto l'aspetto della "capacità e della accessibilità" delle discariche da aprire (e ci mancherebbe altro, verrebbe da aggiungere, ndr).

In quali termini si sia parlato di Serra Arenosa, nonostante le numerose esternazioni di Paladino, non è ancora del tutto chiaro. Certo è che questi sopralluoghi non si capisce bene a cosa servano, dato che la situazione geo-ambientale risulta assolutamente INIDONEA (ci siamo perfino stancati di ripeterlo, altro che "potenzialmente idonea"...), checchè ne dicano, e ne scrivano, Belgiorno e la Provincia! L'altro fatto che registriamo è che, per parte di Paladino e contrariamente alle indiscrezioni fra ieri e oggi circolate, Macchia Soprana, Serre, non dovrebbe essere ampliata, ipotesi che, se si fosse concretizzata, avrebbe escluso, automaticamente, la soluzione Serra Arenosa.


Sempre nella giornata di oggi, l'intero Consiglio provinciale di Potenza ha approvato un ordine del giorno con cui dichiara «contrarietà» alla realizzazione di una discarica di rifiuti solidi urbani indifferenziati in località Serra Arenosa, tra Caggiano (Salerno) e Vietri (Potenza). Il Consiglio provinciale ha inoltre impegnato la giunta provinciale a «produrre tutti gli atti formali per impugnare la legittimità della delibera della Provincia di Salerno». Il sito è stato scelto dal Consiglio provinciale di Salerno ma, al momento, è stato dichiarato non idoneo dal commissario per l'emergenza rifiuti in Campania, Gianni De Gennaro.

Di questa netta, e ulteriore, presa di posizione non possiamo altro che compiacerci...

martedì 19 febbraio 2008

La Provincia va in Commissariato e Paladino smorza i toni... Giorni decisivi...

Indichiamo gli ultimi due articoli (cliccare sulla dicitura "primo link" che riguarda l'articolo del 18/02; cliccare sulla dicitura "secondo link" che riguarda l'articolo del 19/02) che La Gazzetta del Mezzogiorno ha pubblicato a proposito del caso-Serra Arenosa.

Riguardano l'annunciato, e nuovo (eufemismo!), studio di fattibilità presentato dall'ingegnere Vincenzo Belgiorno, per la Provincia di Salerno, al Commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania, nella giornata di lunedì 18 febbraio, affinchè il commissario De Gennaro possa esprimere la propria decisione finale avendo in mano anche la posizione della Provincia di Salerno. In esso sono state ribadite (primo link), senza vergogna nè ravvedimento, le valutazioni già contenute nella famigerata, ed incompetente, relazione tecnica, sulla quale si basò l'indicazione di Serra Arenosa da parte della Provincia. Ma, a parte ciò, vi consigliamo di leggere le odierne dichiarazioni (secondo link) rilasciate dall'ineffabile Angelo Paladino, assessore all'Ambiente della Provincia di Salerno. Egli ri-mescola, ancora una volta, le carte, e, forse perchè accortosi di essere divenuto indifendibile, non dimostra la solita fiducia in se stesso e nelle proprie azioni, anzi appare piuttosto titubante, evasivo e confuso, atteggiamento che per noi potrebbe rappresentare un segnale definitivamente positivo dopo due mesi di passione.

Da segnalare come l'assessore Paladino, nel primo dei due articoli in oggetto, si permetta d'ironizzare sul professor Ortolani, cioè una delle poche persone che ha dimostrato, e non solo in questa occasione, seria professionalità ed attenzione alle prerogative, ed ai diritti, dei territori e delle persone. Veramente deplorevole, ma non ci stupiamo più di nulla.

CONTINUIAMO A VIGILARE, LA LOTTA PERMANE SERIA E INTRANSIGENTE!



sabato 16 febbraio 2008

Cambia il piano De Gennaro: non ri-aprirà nessuna delle vecchie discariche, perchè inidonee. Finalmente un gesto di responsabilità!

Da un estratto (con nostri incisi in grassetto) de Il Corriere del Mezzogiorno di sabato 16 febbraio:

Il calcolo di previsione che il commissario per l'emergenza, il prefetto Gianni De Gennaro, provò a elaborare al momento del suo insediamento mirava a sfondare il tetto di 1 milione di tonnellate (ma non, come furbescamente ipotizzava Paladino, da depositare in una o due mega discariche soltanto, bensì indicando questa concreta cifra complessivamente, da smaltire in 4-5 discariche di media grandezza; in questo senso basta consultare l'originario piano De Gennaro, da noi precedentemte riportato, anche se ormai divenuto, quasi del tutto, carta straccia, come sarà chiaro nel prosieguo del presente articolo, ndr) da smaltire in cento giorni, in coincidenza con la fine del suo mandato. Ora, la portata si riduce (probabilmente si attesterà sulle 700 mila tonnellate, considerando l'andamento di raccolta attuale e sottolineando come si stiano stringendo i contatti con due associazioni tedesche impegnate nello smaltimento dei rifiuti, Itad e Bde, le quali hanno ricevuto una richiesta ufficiale per smaltire, tramite incenerimento, 200 mila tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania, ndr). Non solo. Infatti, De Gennaro punta ad aprire le discariche provinciali nel più breve tempo possibile, data l'imprecisione delle valutazioni pregresse (lasciate in eredità dalla precedente struttura commissariale, ndr), attestanti la bonifica e/o l'idoneità dei vecchi siti (che si prevedeva, appunto, di utilizzare secondo il piano De Gennaro, ndr), nei quali è stato, invece, impossibile operare alla luce dei preoccupanti esiti scaturiti dalle nuove analisi (con lo stesso commissario che, in una dichiarazione all'Ansa, è stato costretto ad ammettere che avevano ragione le locali popolazioni nel protestare, ndr). De Gennaro preferisce la riservatezza, ma sarebbero soprattutto le condizioni in cui versa Lo Uttaro, il sito di Caserta già posto sotto sequestro, a suscitare inquietudine. "A Montesarchio - dice De Gennaro - ho dovuto revocare l'ordinanza poichè è emerso un rischio statico dell'invaso. Ad Ariano Irpino (quasi a voler smentire, inconsapevolmente, le recenti dichiarazioni dell'assessore Paladino, il quale aveva giustappunto nominato Difesa Grande, nel territorio di Ariano Irpino, oltre che dimostrando, ancora una volta, come dei dati tecnici, ambientali e geologici, dalle parti del Commissariato, nonostante le deroghe, se ne tiene adeguatamente conto, ndr) ho disposto delle analisi ed è emerso che oltre a franare, la discarica è anche inquinata. A Villaricca mi accorgo che la capacità residuale è di appena 10 mila tonnellate e, fatti velocemente i calcoli, non mi conviene spendere soldi per uno spazio tanto insufficiente". A questo punto, diventa non solo necessario, ma improcrastinabile aprire nuovi invasi: "Chiuso il discorso con le vecchie discariche - affonda il commissario - dato che le carte che abbiamo trovato segnalavano situazioni ben diverse rispetto a quello che abbiamo effettivamente rinvenuto dopo aver eseguito i nostri esami, compresi i carotaggi obliqui e le analisi del terreno, non ci resta che aprire le nuove discariche provinciali" (ricordiamo che, secondo la legge 87/07, esse sarebbero da edificare a: Savignano Iripino (Av), Sant'Angelo Trimonte (Bn) e Terzigno (Na); il caso di Serre (Sa), è diverso: essa è già attiva ed è in fase di esaurimento; infatti, nella stessa legge 87, si demandava alla Provincia di Salerno d'individuarne un'altra in sua sostituzione: come tutti sappiamo, in tale ottica, è stata indicata Serra Arenosa, Caggiano (Sa); per quel che riguarda la discarica provinciale da ubicare nel territorio casertano, infine, nella legge 87 non v'è traccia, nè menzione, alcuna, ndr). Prosegue De Gennaro: "Tra una settimana incominceremo a lavorare a Savignano Irpino. Quindi, avvieremo Sant'Arcangelo Trimonte, nel Sannio, dove mi recherò martedì prossimo per incontrare i rappresentanti locali. Poi toccherà a Terzigno. Successivamente esamineremo quale discarica aprire nel Casertano e quale nel Salernitano". Per Savignano, De Gennaro ha già firmato gli atti amministrativi, c'è il progetto definitivo ed è stato modificato anche il provvedimento per gli espropri. "In due mesi - precisa - spero di poter occupare progressivamente sia Savignano che Sant'Arcangelo, giacché si tratta di siti capaci, rispettivamente, di accogliere 700 mila e 450 mila tonnellate". Per Terzigno, infine, è pronto lo studio di fattibilità del ministero dell'Ambiente.

venerdì 15 febbraio 2008

Voci di stampa...

Da un estratto de Il Corriere del Mezzogiorno di mercoledì 13 febbraio:

Sul destino della discarica da realizzarsi a Caggiano si apre ufficialmente la "crisi" diplomatica tra Provincia di Salerno e commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti. A sancire il gelo è l'assessore provinciale alle Politiche Ambientali, Angelo Paladino, intervenuto ieri alla presentazione dello spot promozionale "Coltiva le differenze, che nelle prossime settimane sarà trasmesso dalle tv e dalle radio locali per sensibilizzare la popolazione all'abitudine della raccolta differenziata. "A fine settimana o al massimo nei primi giorni della prossima - ha esordito l'assessore - saremo a Napoli per presentare la nuova relazione tecnica preparata dal professore Vincenzo Belgiorno sulla discarica da realizzarsi a Caggiano. Restiamo convinti della bontà del lavoro fatto, ma siamo perplessi rispetto a quanto in realtà vuole il commissario De Gennaro. Se ha in mente una mega discarica da un milione di tonnellate (come sembra dalle ultime indiscrezioni rilanciate attraverso diversi organi di comunicazione, ndr), per reggere molto tempo, allora siamo su due strade completamente opposte e Caggiano, prevista per 300mila tonnellate, non potrà mai essere utilizzata per un quantitativo simile. Se così stanno le cose è meglio che ce lo dica subito".

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 14 febbraio:

"La scelta di una mega discarica da un milione di tonnellate per De Gennaro potrebbe risolvere il problema dell'emergenza rifiuti ed escluderebbe automaticamente la località di Serra Arenosa in Caggiano, di dimensioni infinitamente inferiori." E' quanto sottolinea il sindaco di Caggiano, Giovanni Caggiano, secondo il quale "è giunto il momento di decisioni irrevocabili da parte della Provincia". Intanto, ieri mattina, il sindaco Caggiano ha inviato al presidente del Consiglio Provinciale una richiesta di audizione nella Conferenza dei capigruppo della Provincia di Salerno.

Da La Nuova Basilicata di giovedì 14 febbraio:

E' questa (l'ipotesi mega discariche, ndr), secondo Paladino, l'unica possibilità per non realizzare la discarica al confine tra le province di Salerno e Potenza. Anche perchè i rilievi tecnici evidenziati dai Comuni di Caggiano e Vietri di Potenza, e dalle stesse Regione e Provincia di Potenza, non potrebbero aiutare in caso di necessità. "Parlare di sismicità o di vicinanza ai centri abitati - ha ricordato l'assessore - non farebbe recedere il Commissariato dal costruire la discarica tenuto presente che Ariano Irpino o altri siti che si trovano nella stessa situazione saranno riaperti" (vergogna, spudoratezza e mancanza di contatto con la realtà, da parte di Paladino, ancora una volta, ndr).

In attesa che venga fissato qualche punto fermo e preciso, valutiamo le indiscrezioni, deploriamo la solita ambiguità (tendente al pilatesco scaricabarile) dell'assessore Paladino e, soprattutto, segnaliamo uno spunto di riflessione: si è mai visto un responsabile dell'Ambiente, quale è Paladino, per il quale i requisiti tecnici, geologici e, giustappunto, ambientali, di una data zona, valgano meno di zero?








martedì 12 febbraio 2008

Informiamoci...

Da Il Manifesto del 10 febbraio 2008:

Acerra, gli affari dell'inceneritore

Inchiesta.

La Fibe voleva guadagnare dalla produzione di energia. Un business da milioni di euro. Bruciando di tutto, anche i pneumatici. Ecco cosa si nasconde dietro la costruzione dell'impianto.

Francesca Pilla
Napoli

Incenerire ogni cosa, tutta l'immondizia della Campania, plastica, carta, vetro, alluminio e perché no, anche pneumatici. Termovalorizzare, produrre energia e guadagnare miliardi di euro, con la garanzia di avere un monopolio per almeno 16 anni, ma attraverso le «mosse» giuste arrivare a un quarto di secolo e oltre. Sarebbe stato questo l'obiettivo Fibe-Impregilo, non certo i due miliardi e mezzo di euro serviti in 14 anni a mantenere in piedi le spese per il carrozzone del commissariato speciale. Le consulenze d'oro, gli stipendi milionari di Antonio Bassolino, del vicecommissario Raffaele Vanoli, del subcommissario Giulio Facchi (che negano di aver riscosso cifre da capogiro) sono una storia nella storia, se ci sono state spiegano solo in parte il disastro ambientale. Possono essere la ragione del consenso a un progetto «conveniente», dove anche i «raccomandati» fanno parte del sistema. Ma il come e il perché si arriva all'irreparabile nel sistema gestionale, ora in mano al prefetto De Gennaro, si chiama business e per i dirigenti Impregilo aveva un nome: il termovalorizzatore di Acerra. Per riuscire a costruirlo - secondo le indagini dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo - Pier Giorgio Romiti a capo dell'Impregilo, Paolo Romiti direttore commerciale della controllata Fibe, gli altri dirigenti Armando Cattaneo e Vincenzo Urciuoli, insieme ai capimpianto dei cdr avrebbero ingannato, aggirato, lavorato sottobanco con la sola garanzia-speranza che il progetto andasse a buon fine. Nessuno si sarebbe dovuto accorgere che il cdr prodotto non era a norma, che non avevano in possesso le discariche dichiarate al momento della gara, che non si erano accollati le spese di spedizione delle ecoballe fuori regione (come pure previsto dal contratto). Una volta accesi quei benedetti forni di Acerra, le montagne di rifiuti si sarebbero volatilizzate nella cenere (anche tossica). Magari avrebbero ricevuto anche i complimenti delle amministrazioni e del governo di turno per avere messo la parola fine alle cicliche crisi campane. Di sicuro avrebbero guadagnato negli anni cifre astronomiche. E il commissario Bassolino? Per l'accusa avrebbe facilitato le operazioni e dato diversi, troppi, via libera e uscite «in sicurezza».

E' stata l'inchiesta della Procura di Napoli a evitare l'inevitabile. Tre anni di indagini che hanno prodotto oltre 100 mila pagine di fascicoli e 29 imputati. Cento faldoni zeppi di passaggi meticolosi, documenti, intercettazioni, compongono un impianto accusatorio confermato la scorsa estate dal gip Rosanna Saraceno, che ha disposto il sequestro di 750 milioni di euro e interdetto la ditta alla partecipazione di gare pubbliche di smaltimento rifiuti. Ora nell'udienza preliminare l'accusa cerca di confermare le tesi: hanno truffato la regione Campania e il governo per interessi privati. La camorra non c'entra un tubo nella lenta agonia che ha portato al collasso l'intero ciclo. Se pure si è infiltrata nei vari processi, il suo ruolo è stato marginale.

Come ti aggiro il contratto

La gara d'appalto del '99 era chiara e senza scappatoie. L'Impregilo avrebbe dovuto entro 14 mesi costruire il termovalorizzatore, avere a disposizione terreni e impianti funzionanti a norma di legge, in particolare al Dm del '98. Non avrebbe potuto subappaltare a terzi nessuna delle attività, anche del trasporto, e soprattutto in caso di disfunzioni o di slittamento dei tempi avrebbe dovuto sostenere ogni spesa relativa all'invio delle ecoballe fuori regione. Tutto disatteso. La multinazionale avrebbe mentito fin dall'inizio, partecipato senza avere la metà dei requisiti richiesti, tra l'altro lanciandosi in un'attività che nulla aveva a che fare con la sua esperienza in costruzioni. Come confermato dai fatti, l'Impregilo-Fisia-Fibe non ha rispettato nessuna delle prescrizioni, anzi quando si è accorta che il ciclo non funzionava avrebbe organizzato la truffa, tentando di guadagnare sui disastri. E' qui che Bassolino e il suo staff avrebbero commesso una serie di illeciti dal 2001 al 2004, concedendo deroghe su punti fondamentali del contratto. Non sarebbe stata infatti nei poteri del commissariato la possibilità di modificare la gara d'appalto per favorire l'azienda affidataria. Il commissariato avrebbe autorizzato, senza averne il potere, la «creazione» delle piazzole di sosta per le ecoballe: mostri come la cittadella della "munnezza" a Taverna del Re di Giugliano, a Villa Literno, a Santa Maria La Fossa. Non solo, si è accollato tutti i costi del mancato smaltimento e non ha «controllato» gli impianti cdr. Se è andata effettivamente così qual è il motivo? Sono stati aggirati o ci hanno guadagnato? Saranno i giudici a decidere.

Le banche sapevano?

I tecnici e i consulenti, però avevano le prove che il sistema era «taroccato». Sono, infatti, prima le banche finanziatrici a rendersi conto che qualcosa non quadra. Già nel 2001 la San Paolo Imi group e l'istituto di credito internazionale West Lb, alla richiesta di ingenti finanziamenti vogliono vederci chiaro e mandano un consulente, l'ingegnere Paolo Polinelli della Montgomery Watson. Nonostante i tentativi di dissimulazione e le analisi «addomesticate» dal laboratorio Fisia di Genova, Polinelli giudica inidonei gli impianti. Procede a nuovi controlli e come dichiarato ai pm conclude: «La nostra analisi del progetto fu progressivamente confortata da analisi sul cdr... fu considerato assolutamente lontano dai valori richiesti». Ma Armando Cattaneo, l'ex ad di Fibe, che secondo l'accusa sapeva e condivideva con la supervisione di Pier Giorgio Romiti, dà tutte le rassicurazioni sull'adeguamento. Le parti trovano un «escamotage», come riferisce Polinelli: «Il cdr sarebbe stato mediamente conforme ai parametri contrattuali». Prima del finanziamento avvenuto nel 2003 stipulano dunque un «Cdr side letter» dove si garantiscono eventuali adeguamenti. Solo il Credito Lyonnaise si era già sfilato, probabilmente aveva sentito puzza di «bruciato». Al telefono, nel maggio 2004, lo stesso Cattaneo afferma che mentre le banche si erano accorte dei problemi sulla qualità del cdr «il commissario (Bassolino, ndr) ha avuto un approccio blando». In seguito, con gli impianti che facevano acqua la Fibe decide di «andare oltre» e apre discariche fantasma per non vedersi chiudere i rubinetti da parte delle banche.

No differenziata, più energia

Già nel 2002, però, la situazione inizia a precipitare, da destra a sinistra in parlamento chiedono conto della monnezza in strada attraverso due interrogazioni parlamentari di Emidio Novi (Fi) e Pecoraro Scanio (Verdi). Nell'agosto 2002 Cattaneo scrive una nota al cdm «per dirimere ogni dubbio»: il materiale è a norma, cita i controlli Fisia di Genova. Dalla sua ha anche il via libera dell'Arpac, per questo è indagato il dirigente Maurizio Avallone, che nonostante i sopralluoghi non avrebbe mai denunciato le irregolarità. Il commissario Bassolino è l'intermediario con il governo e riesce a strappare diversi Opcm per fronteggiare la perenne emergenza. Piovono soldi, deroghe, poteri speciali. I progetti per la differenziata, però, non decollano. I motivi sono diversi. Nel 2005 sull'utenza in uso a Ettore Figliola, avvocato del dipartimento della protezione civile, la spiegano così: «Qui forse non hanno capito una mazza... è stata creata una società che ha fatto gli appalti per darli a. .. (indecifrabile) ...di intera proprietà del comune di Napoli. Bassolino e soci fecero una gara per la raccolta differenziata spendendo la bellezza di 280 miliardi; hanno poi comperato una serie di mezzi e autocompattattori per la munnezza normale? Dopo che glielo hanno dato all'Asia in comodato d'uso gratuito. Insomma il commissario compra i mezzi, li regala a qualcuno, qualcuno crea una società... peggio!». Ma questa è una supposizione ai limiti dell'illazione e non una prova.

Per l'accusa è invece un fatto che l'Impregilo avesse interesse a mettere di tutto nel termovalorizzatore per guadagnare di più e anche recuperare il tempo perduto a causa delle proteste degli acerrani, delle prescrizioni governative e delle inchieste. Infatti i magistrati, con diverse indagini parallele, iniziano via via a sequestrare gli impianti giudicati vecchi e inadeguati, bloccando un ciclo «artificioso». Non a torto visto che le «macchine» non riuscivano a stoccare nemmeno l'alluminio e i rifiuti presentavano più plastica in uscita rispetto all'entrata del talquale, come confermato perfino da un tecnico Fibe, l'ingegnere Sergio Pomodoro. Non solo. Nelle ecoballe ci finivano anche i pneumatici, che avrebbero aumentato l'energia prodotta dall'incenerimento. Ecco quanto si legge negli atti: «Effettuavano recupero di rifiuti speciali, pneumatici fuori uso, dotati di elevato potere calorifico destinati all'additivazione prodromica all'aumento del Pci delle balle di Cdr». Il tecnico della Fibe scrive nel tempo a tutti i dirigenti Impregilo per chiedere gli adeguamenti necessari per legge. Il 16-10-2002, in particolare, fa riferimento ai test interni nei siti di Caivano e Giugliano. «Mentre quelli di Caivano - scrive - sono ritenuti mediamente positivi (a parte il contenuto di cloro) quelli di Giugliano sono da ritenersi non soddisfacenti». Pomodoro sostiene anche che si tratta di una condizione generalizzata perché «le efficienze di separazione degli impianti sono sostanzialmente difformi da quelle di progetto (cioè va tutto insieme: carta plastica, metalli ferrosi, ndr)» e che si deve procedere all'adeguamento. Oggi, dopo sei anni, quell'adeguamento è ancora lettera morta.

mercoledì 6 febbraio 2008

A Buccino il percolato?

Da Il Mattino del 05/02:

Intesa raggiunta per una proposta alternativa al piano del commissario De Gennaro, il quale individuava il depuratore Sele-Tusciano, nel comune di Eboli, come uno dei due luoghi idonei (l'altro è Nocera Superiore) allo stoccaggio del percolato. Il documento presentato dalla Provincia di Salerno indica la compatibilità di una vasca, prossima ad un impianto sito nel territorio di Buccino, da anni in funzione per il trattamento dell'inquinante, capace di contenere i 2 mila metri cubi richiesti. Una valutazione questa, frutto di incontri susseguitisi in questi giorni tra i tecnici della struttura commissariale, la Provincia di Salerno, il Comune di Eboli ed il Consorzio Asi, ente di gestore degli impianti di depurazione. Un documento di sintesi non solo tecnica, ma anche politica, per scongiurare l'ipotesi del percolato a pochi metri dal mare e dalla foce del Sele. Ed è sulla spinta dagli assessori all'Agricoltura e all'Ambiente della Provincia di Salerno, del sindaco di Eboli, Melchionda e dell'assessore all'Ambiente e Agricoltura del Comune di Eboli, Pierino Infante, che ieri pomeriggio, pare, sia stata raggiunta un'intesa con la società CGS del consorzio Asi, gestore del suddetto impianto buccinese, individuato per contenere il percolato. Nei giorni scorsi i tecnici hanno proceduto ad elaborare un piano alternativo per il liquame prodotto dalla decomposizione del rifiuto, che dal 28 gennaio scorso, come da ordinanza commissariale, sarebbe dovuto arrivare ad Eboli, in contrada Coda di Volpe, nel depuratore Sele-Tusciano, mai entrato in funzione per l'assenza di una rete di collegamento. Pericolo scongiurato per i territori della piana del Sele? Troppo presto per dirlo, l'ultima parola spetta al Commissariato di Governo, che in queste ore valuterà la fattibilità del piano proposto.

Ci stupisce la sapientissima, e coordinata ai più articolati livelli, celerità tecnica e strategica dimostrata, in questa occasione, dalla Provincia di Salerno, specie se raffrontate all'inerzia e perfino alla cocciutaggine, anche di fronte ad evidenti ed accertate incompatibilità geo-ambientali e non solo, dimostrate nel caso di Serra Arenosa. Certo, capiamo che quest'ultima sia stata indicata direttamente dalla Provincia, a differenza del percolato ad Eboli, scelta effettuata dal Commissariato, ma pensiamo anche che, di fronte ai propri errori di valutazione (o forse non si tratta di questo, bensì di malafede e calcolo politico...) si possa ragionevolmente, ed autocriticamente, tornare indietro.

domenica 3 febbraio 2008

Paul Connet, teorico della Strategia Rifiuti Zero, a Napoli...

Napoli ospiterà per tre giorni Paul Connett, docente e ricercatore riconosciuto a livello mondiale per i suoi studi sul trattamento dei rifiuti, massimo teorico della Strategia Rifiuti Zero. Invitato dalla "Rete Campana Salute e Ambiente", terrà tre conferenze nel capoluogo campano: sabato 2, domenica 3 e lunedì 4 febbraio.

Professore di chimica ambientale e tossicologica alla St Lawrence University a Canton di New York, Paul Connet si occupa da più di 15 anni di studiare la gestione dei rifiuti, con un’attenzione particolare ai pericoli derivanti dall’incenerimento, ricercando alternative più sicure e sostenibili. Ha partecipato ai più importanti convegni internazionali sull'argomento e pubblicato diversi studi e documentazioni che ha presentato poi nel corso di numerosissimi incontri con il pubblico negli Usa e in molti altri stati. Gli studi di Connet partono dall’osservare come nei paesi in via di sviluppo la quantità di rifiuti abbia raggiunto, negli ultimi anni, livelli altissimi - per via della popolazione in continuo aumento, della migrazione dalle campagne verso le città, e per gli effetti della globalizzazione, che hanno reso ubiquitari i modelli di consumo occidentale, e per il proliferare delle confezioni monouso. Le discariche, spesso semplici ammassi di rifiuti a cielo aperto, sono stracolme e la dilatazione dei confini delle città limita la possibilità di crearne di nuove. Per questo molte nazioni guardano alla possibilità di incenerire i rifiuti come la situazione ideale. Ma si tratta di una tecnologia che presenta numerose problematiche e che i paesi più evoluti si avviano ad abbandonare. Le alternative hanno un costo inferiore, forniscono maggiori posti di lavoro e determinano un minore inquinamento.

Il movimento Rifiuti zero punta infatti ad una cospicua riduzione dei rifiuti prodotti. Un processo difficile ma rivoluzionario che prevederebbe, a livello locale, diverse iniziative, tra cui:
1) Adottare di un programma di smaltimento dei rifiuti che non preveda l’incenerimento.
2) Decentralizzare la gestione dei rifiuti facendo affidamento sulle risorse delle comunità locali.
3) Tenere separati i materiali da riciclare per preservarne la qualità.
4) Dare impulso al compostaggio, appetibile dal punto di vista economico.
5) Rendere la partecipazione al programma conveniente e significativa, istituendo se necessario, un sistema di incentivi economici.
6) Sviluppare un mercato per i materiali riciclati possibilmente a livello locale.
7) Impegnarsi per responsabilizzare i produttori relativamente a tutto il ciclo di vita dei loro prodotti.
8) Educare il più possibile gli utenti diffondendo la nuova filosofia a livello mediatico, negli ambienti lavorativi e nella scuola, inculcando il concetto che l’Opzione zero protegge l’ambiente, crea posti di lavoro e rafforza le economie locali e regionali.

Una soluzione non impossibile, e probabilmente l’unica che garantisce una reale salvaguardia ambientale, anche se in Italia c'è parecchia strada da fare. Attualmente infatti si ricicla solo il 18% della spazzatura (a Napoli il 10% o meno, anche se alcuni piccoli centri campani offrono invece esempi virtuosi), mentre il decreto Ronchi imponeva agli enti locali di raggiungere almeno il 35% entro il 31 dicembre del 2003.
Una strategia che implica anche però un cambiamento radicale nelle modalità di consumo: l’obiettivo non è infatti soltanto smaltire i rifiuti, ma anche ridurne drasticamente la produzione. Esempi già funzionanti sono, già da anni, il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda e molte grandi città degli Stati Uniti, dove si è raggiunta in breve tempo una diminuzione della spazzatura di oltre il 50%: in tutti i supermarket di queste zone sono stati installati ad esempio dispositivi di erogazione al minuto di shampoo, detergenti, acqua e vino, evitando così la produzione di milioni di contenitori di plastica.

da www.ecodinapoli.com

sabato 2 febbraio 2008

Napoli Antagonista si Autorganizza!

Da Infoaut.org del o1/02:

Monnezza in piazza Plebiscito, in cinquemila sfilano per Napoli!

Altro silenzio, molto più interessato, è quello che si è susseguito durante tutta la giornata di oggi. I media coprono l'imbarazzo di un potere messo alla berlina, illegittimato dall'organizzazione dal basso dei cittadini. Mentre giornali e uffici stampa strombazzano l'evento della "domenica ecologica della raccolta differenziata" che si terrà domenica prossima, con un sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, propenso nell'impresa disperata di amicarsi gli ultimi illusi, cinquemila persone hanno sfilato per le strade di Napoli, dietro un tir di diciassette metri, carico di rifiuti differenziati raccolti dai cittadini. Nelle ultime settimane, nella citta partenopea, sono sorti punti di raccolta differenziata, organizzati da cittadini e comitati di quartiere, il che non ha potuto che rappresentare un enorme smacco verso quelle istituzioni prodighe, nei loro infausti intenti, a porre fine all'emergenza. Il corteo regionale è partito da piazza del Gesù alle ore 18, composto da centri sociali, comitati di quartiere, presidi contro discariche e inceneritori, sindacati di base, movimento dei disoccupati e "Rete campana salute e ambiente", con il dichiarato obiettivo di scaricare il tir carico di rifiuti davanti alla Prefettura, in piazza Plebiscito, luogo altamente simbolico della città di Napoli. La tensione, ma anche la rabbia dei cittadini, è palpabile fin dai primi passi del corteo. Nei pressi della Questura il tir viene bloccato dalla Digos: il camion non può entrare in piazza Plebiscito, le forze dell'ordine vogliono evitare che i rifiuti vengano lasciati dinnanzi al Palazzo del Governo. Polizia e manifestanti si raffrontano: alcuni giovani rovesciano dei cassonetti dell'immondizia, vengono scanditi slogan contro le forze dell'ordine, sacchetti dell'immondizia volano sulla testa del cordone in assetto anti-sommossa, le prime file del corteo spingono, nasce qualche tafferuglio. Ogni sacchetto dell'immondizia viene portato a mano dai manifestanti in piazza Plebiscito, saltando la polizia e lanciando un chiaro segnale alle istituzioni ed ai suoi burattini: istituzioni e politici come parte del problema, autorganizzazione popolare come soluzione.

Cip6: una brutta faccenda...

Da Ansa.it:

Era stata una delle ragioni che aveva spinto le società in corsa per la costruzione del termovalorizzatore di Acerra a gettare la spugna, mandando deserto il bando scaduto pochi giorni fa. Ora l'ordinanza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi, che ripristina le agevolazioni tariffarie (Cip6) per la vendita dell'energia prodotta dagli inceneritori campani potrebbe spingere le due aziende in corsa, A2A e Veolia, a riconsiderare la questione. "Il ripristino degli incentivi - fanno notare fonti a delle società potenzialmente interessate al progetto - è sicuramente una cosa molto importante". Le aziende, viene spiegato, non hanno alcuna intenzione di lavorare in perdita, per di più in un contesto sociale molto difficile. La decisione presa in finanziaria (su proposta e pressione della sinistra radicale, ndr) di escludere dai contributi Cip6 l'energia prodotta dagli impianti di termovalorizzazione autorizzati ma non realizzati (come sono quelli campani), aveva reso gli investimenti non remunerativi e spinto gli operatori a uscire. "A quel punto - viene spiegato - partecipare non sarebbe stato più conveniente". (il profitto ovviamente non può essere mai sacrificato, il diritto alla salute, invece, sì!, ndr) Basterà l'ordinanza di Prodi sul Cip6 (un provvedimento che fissa prezzi incentivati per l'energia prodotta da fonti rinnovabili e assimilabili, rendendone così più remunerativa la produzione) a ravvivare l'interesse per i tre termovalorizzatori che si vogliono costruire? Molto dipenderà dal bando. Il precedente, sottolinea chi l'ha esaminato, conteneva delle criticità per le aziende. "Le alte fideiussioni richieste, ad esempio, hanno sì il compito di scoraggiare la partecipazioni di organizzazione malavitose alla gara ma rischiano di essere troppo gravose anche per le aziende in regola". E poi l'interlocutore per i pagamenti: "per le aziende è difficile accettare che siano i singoli Comuni a pagare per lo smaltimento dei rifiuti. Serve un interlocutore unico e solvibile quale potrebbe il Commissario straordinario o la Regione".

Così ha duramente replicato, dalle colonne di Liberazione, alla vicenda appena riportata, Tommaso Sodano (Presidente della Commissione Ambiente del Senato, Rifondazione Comunista).

Sotto il governo Prodi la politica era riuscita, con enorme fatica e dopo durissime battaglie dentro la stessa maggioranza, ad abolire la truffa dei Cip6, ingenti finanziamenti erogati a petrolieri e inceneritori, pagati dai cittadini con un "contributo" nella bolletta della luce sotto la voce: contributo per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. Credevano di finanziare ricerca sul solare e l'eolico e invece pagavano le fonti più obsolete ed inquinanti che esistono. Ce l'avevamo fatta. Oggi lo stesso Prodi, in totale disprezzo di una legge del Parlamento votata sotto il suo governo, ha emesso un'ordinanza di protezione civile per derogare ed ammettere ai contributi Cip6 non uno, ma ben tre inceneritori. Acerra, naturalmente, un altro a S.Maria la Fossa e il terzo, finora neanche progettato, a Salerno, senza lo straccio di un piano regionale rifiuti. Naturalmente il tutto ammantato dalla cosiddetta "emergenza" rifiuti che va avanti da 14 anni. Sgombriamo il campo dall'equivoco che su Napoli e Campania sta travolgendo l'ambientalismo "reo" di aver combattuto gli inceneritori: abbiamo accettato Acerra, perché la situazione è ormai tale da rendere la costruzione di quell'inceneritore indispensabile. Ma perché deve essere finanziato con una truffa ai danni dei cittadini? Perché altri due inceneritori? Per seppellire per sempre la raccolta differenziata? Gli imprenditori dell'incenerimento, una lobby potentissima, non sostengono che si tratta di un affare vantaggioso? E hanno bisogno dell'assistenza dello Stato per le loro imprese? Hanno bisogno che la gente creda che producono un sacco d'energia e non emettono diossina, per carità! Prodi ha utilizzato l'ordinanza di protezione civile che per sua natura può avere vita limitata: ma i contratti Cip6, però, durano 10 anni. Oggi, di fronte a questa ordinanza di Prodi, che è stato commissario europeo e sa bene che l'Europa ci ha richiamato al dovere molte volte sulla questione dei rifiuti, nel corso di una crisi dagli esiti incerti, ho visto la lobby ricompattata e pronta ad azzannare: l'attacco era iniziato a "Porta a Porta", mercoledì sera, con Casini e Franceschini che promettevano inceneritori a volontà. Si vergogni, presidente del Consiglio, e ritiri immediatamente la sua illegale ed ingiustificata ordinanza. Volete fare gli inceneritori? Non chiedete soldi alla gente dicendo che vi servono per l'energia pulita.

Chissà...

"E continua la querelle sulla discarica a Caggiano. Mentre il sindaco, Giovanni Caggiano, è convinto che la nota di De Gennaro sia un chiaro no all'utilizzo di Serra Arenosa, l'assessore all'Ambiente della Provincia di Salerno, Angelo Paladino, ritiene che le reazioni siano state "fuorvianti". "Nei prossimi giorni - annuncia - invieremo le nostre risposte tecniche, stilate dal professor Vincenzo Belgiorno dell'Università di Salerno, al commissario De Gennaro. Poi sarà lui a decidere."

dal Corriere del Mezzogiorno

TRAETENE VOI LE CONCLUSIONI!

Una dialettale visione poetica 2

Pubblichiamo un altro componimento (o meglio, due significativi estratti dalla poesia "Appì-ccia r fùoch") del compagno Mimmo Pucciarelli, scritto qualche giorno dopo la decisione della Provincia di Salerno che indicava in Serra Arenosa il sito dove realizzare la futura discarica provinciale. Mimmo si trovava a Caggiano ed ha avuto modo di osservare le convulsioni, e le mobilitazioni, della nostra comunità, seguendo, anche ora, dalla Francia, la nostra protesta.

Appì-ccia r fùoch, (
Accendi il fuoco,)
ca la m-nnezz n’arriva n’ganna (che l'immondizia ci arriva in gola)
e lu chiand n la pò-t fermà. (
e il pianto non la può fermare.)

“N’ m facit cchiu mal,
("Non mi fate più male)
la terra mia vòl sul candà, (
la mia terra vuole soltanto cantare,)
e puté cangià r culur, (
e poter cambiare di colori,)
ra na stagion a n’à-ta”. (
da una stagione all'altra".)

Caggiano, Natale 2007





Una dialettale visione poetica...

Pubblichiamo una suggestiva poesia di Mimmo Pucciarelli, nostro compaesano e compagno che abita a Lione, in Francia, pur venendo spesso a Caggiano, e che riflette e lotta, da almeno trent'anni, sulla questione ecologista e la sua inestricabile connessione con la speranza di immaginare, e realizzare, un altro mondo possibile. La sua lotta è la nostra lotta.
p.s: per i non caggianesi, dato che il nostro dialetto risulta piuttosto ostico a farsi comprendere pur se noi lo adoriamo, abbiamo messo accanto ad ogni verso la traduzione in italiano.


Lu pazziarie-ll r lu viend. (Il giochino del vento).


Vind-cingh ànn fa (Venticinque anni fa)
Era già hruoss (ero già grande)
Ma t-nìa semb l’uocchï (ma avevo già gli occhi)
R nu criatur (di un bambino)

Nu iour-n (un giorno)
Ca era sòpa lu cuastiedd (che ero al Castello)
e ‘uardava li iardì-n (e guardavo i Giardini)
Osservando con meraviglia
cò-m l’uòmm-n (come gli uomini)
avìa-n p-ttnà-t la tèrra (avevano arato la terra)
e li cùlu-r ca n’éran assù-t (e i colori che ne erano usciti)
v-rie-tt n’avuccìe-dd tutt ìangh (vidi un uccello tutto bianco)

I, ca ne m’à-gg mai m-bàrat (Io, che non ho mai imparato)
Li nò-m r s crìatu-r (i nomi di questi bambini)
Ca tanta tiemb fà (che tanto tempo fa)
Han parlat pur c nu sand (hanno parlato pure con un santo)
M’à-gg ammarav-glia-t (mi sono meravigliato)
E à-gg penza-t: (E ho pensato:)

«Ma uàrda nu pòch (Ma guarda un pò)
cche bellè-zz ca tenì-m (che bellezze che abbiamo)
sòpa s st mundà-gn!» (su questa montagna!)

Ed allora da uomo moderno
Cresciuto nella seconda metà del ventesimo secolo
Armai la mia macchina fotografica
Sperando che "quell’uccello bianco"
Mi si avvicinasse
Come la direzione del suo volo
Me lo faceva sperare.

Con l’occhio chiuso nel mio obiettivo
Scrutavo, ansimante, aspettando di poter scattare
Quella che pensavo sarebbe risultata una foto unica.

Ma rò-pp nu pòch r tiemb (ma dopo un pò di tempo)
M’accùrgie-tt (mi accorsi)
Ca quèdda cosa iàngh (che quella cosa bianca)
N’abbùlava cò-m n’avucìedd (non volava come un uccello)
Ca quèdd ca m’eran sembrà-t r’ascèdd (che quelle che mi erano sembrate ali)
N z’ muvìa-n… (non si muovevano)

Era lu viend (Era il vento)
Ca n zape-nn che fà (che non sapendo cosa fare)
S sfà-ntasìava cch na bùsta r plastica (giocherellava con un busta di plastica)
Che una mano insensibile aveva lanciato

cchiè-na r menne-zz ìnda la dùrrupa (piena d'immondizia dentro il dirupo)
cò-m facià-n l’antìgh (come facevano gli antichi)
quànn na cosa era tutta cùnzuma-ta (quando una cosa era tutta consumata)
e n putìa serv cchiù à n-sciùn (e non poteva servire più a nessuno)

L’altro giorno sono andato di nuovo
a contemplare
li ìardin (i Giardini)
Prò-bbri do’ era iù-t tant’ann fà (proprio dove ero andato tanti anni fa)

Ed ho notato

Ca lu viend cundïnua a s sfantasià (che il vento continua a divertirsi)
Cch stu pazziarie-ll ca cu le tiemb è diventat (con questo giochino che con il tempo è diventato)
Na ventraiola sana r tanta culur (una girandola intera di tanti colori)
Che altre mani insensibili
Hanno continuato a regalargli in tutti questi anni…

Caggiano, Luglio 2007

venerdì 1 febbraio 2008

La posizione ufficiale della Provincia di Salerno

Da www.provincia.salerno.it:

Si trasmette, in allegato, la nota integrale inviata, mercoledì 30 gennaio u.s., al Presidente della Provincia di Salerno e firmata dal Commissario per l'emergenza rifiuti in Campania, Gianni De Gennaro. La nota fa riferimento all'incontro tenutosi a Napoli in data 11 gennaio scorso al quale hanno preso parte le seguente Istituzioni: il Commissario Delegato; il Sindaco di Caggiano; l'Assessore regionale della Basilicata; il Vice Presidente della Provincia di Potenza. (Scarica la nota) La Provincia di Salerno non è stata invitata a partecipare. Dalla nota emerge che il Commissario non ha espresso alcuna decisione, contrariamente a quanto riportato dalla stampa, sulla individuazione della discarica di Caggiano. De Gennaro ha semplicemente chiesto ulteriori chiarimenti alla Provincia di Salerno sulla base di quanto riferito e documentato dai soli presenti alla riunione. Tali chiarimenti saranno forniti nei prossimi giorni a seguito di relazione tecnica predisposta dal professore Belgiorno e dai suoi collaboratori.

Niente di nuovo rispetto a quanto dichiarato dall'assessore all'Ambiente, Angelo Paladino. Per quanto ci riguarda, valgano le considerazioni espresse ieri nel post "Si sta oltrepassando il segno!". Segnaliamo inoltre, come già ricordato dal sindaco di Caggiano, Giovanni Caggiano, che la Provincia continua ad ignorare l'allegato alla nota del commissario De Gennaro, già di per sè esplicativa nel recepire i tre punti. Ovvero le valutazioni d'inidoneità del sito di Serra Arenosa espresse da un tecnico del Commissariato, Leonello Serva.

Modifiche e valutazioni del/sul piano De Gennaro...

Da Repubblica.it e da AdnKronos, con avvertenza che il piano del commissario De Gennaro, come specificato in passato, non riguarda direttamente Serra Arenosa, bensì la risoluzione dell'emergenza rifiuti in Campania. Ma, leggendo fra le righe, oltre ad apprezzare le indispensabili valutazioni tecniche (a differenza di taluni che vorrebbero farne carta straccia...), fra l'altro ancora in corso, che hanno portato, ad esempio, a rimettere in discussione alcune delle indicazioni originarie, si noti, in particolare, la sezione riportata in grassetto. Rappresenta, a nostro modesto parere, una ulteriore, dopo i tre vincoli d'inidoneità recepiti, seppure indiretta e generale, valutazione negativa, fornita dal commissario, rispetto ad un caso come quello di Serra Arenosa (la quale, giustappunto, rientra fra la categoria delle ipotetiche discariche provinciali...).

"Napoli - Va avanti, con importanti modifiche, il piano del commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania, Gianni De Gennaro. Prosegue con accertamenti tecnici sui siti e sulle discariche già individuati, tali che, dopo una prima ricognizione, viene escluso il riutilizzo della discarica sannita di 'Treponti', nel comune di Montesarchio (Bn), e ribadito l'uso del sito di stoccaggio provvisorio per le ecoballe dell'area napoletana di Pianura.

In una nota, De Gennaro sottolinea di essere "convinto della necessità di proseguire nella strategia delineata", e che, al termine degli accertamenti tecnici sulle indicazioni contenute nel piano, dai consulenti "ha avuto conferma dell'idoneità del sito di stoccaggio provvisorio di Ferrandelle", nel casertano, dove erano già stati avviati i lavori di allestimento e che sarà utilizzabile nei prossimi giorni; a Marigliano, sono in corso ulteriori accertamenti, così come a Napoli nell'ex Manifattura Tabacchi, "per escludere qualsiasi rischio di presenza di amianto, e, in caso contrario, per procedere ad una preventiva accurata bonifica".

Le indagini tecniche per Treponti "hanno evidenziato reali rischi relativi alla staticità della discarica che, anche in ragione dei tempi necessari ad eliminarli, ne hanno escluso l'utilizzabilità nella gestione emergenziale"; sono in corso quindi le valutazioni su soluzioni alternative nella provincia di Benevento.

Ed ancora i tecnici sono al lavoro per valutare la presenza di possibili sostanze inquinanti per le discariche di Villaricca, nel napoletano, e di Difesa Grande, in Irpinia; se ciò avvenisse, i due siti sarebbero esclusi dal piano e per questo si stanno considerando anche soluzioni alternative "funzionali comunque ad uscire dalla situazione emergenziale".

Quanto all'area di Pianura, De Gennaro conferma che nel sito andranno ecoballe sulle quali si sperimenteranno protocolli di inertizzazione per i quali sollecita risposte dai dirigenti del ministero dell'Ambiente, mentre gli uffici del commissariato procederanno all'allestimento del sito sulla base delle prescrizioni dell'Agenzia regionale per l'ambiente e le Asl.

Completata anche la ricognizione sugli impianti di Cdr che hanno permesso di verificare quantità e qualità degli interventi necessari per la loro rimessa a norma, con indicazione dei costi e dei tempi di esecuzione di questi lavori. De Gennaro, inoltre, ha avviato un piano di gestione dei flussi dello sversamento dei rifiuti "rigorosamente improntato a criteri che tengano oggettivamente conto delle reali esigenze di tutti i luoghi ove si registrano le maggiori criticità", ma conferma anche che l'obiettivo è trovare un 'contenitore' per un milione di tonnellate in cento giorni. Il commissario ribadisce più volte, nella nota, di aver "impartito cogenti direttive che garantiscano l'assenza di rischi per la salute dei cittadini, per l'ambiente e per la sicurezza sui luoghi di lavoro".

De Gennaro ha, infine, annunciato che "è già a buon punto l'individuazione dei luoghi di realizzazione delle discariche provinciali". Il commissario ha poi resi noti i criteri scelti: indicazioni normative, rapidità dei tempi di esecuzione e capacità di ricezione di quantità di rifiuti solidi urbani, tali da consentire alle competenti istituzioni di adottare iniziative di lungo periodo finalizzate ad un'adeguata gestione del ciclo dei rifiuti. "

Termovalorizzatori, la vera alternativa?

Il termovalorizzatore è un impianto che fa parte della mitologia, non della realtà: è la mistificazione pubblicitaria dell’inceneritore a recupero energetico, cioè un inceneritore che impiega il calore sviluppato nell’incenerimento dei rifiuti per produrre calore ed elettricità.
La definizione di termovalorizzatore dovrebbe essere quella di una centrale elettrica che produce energia termica ed elettrica per cogenerazione bruciando come combustibile i rifiuti. Non serve scomodare i più grandi ingegneri e professori del mondo, basta uno studentello accorto per smentire questa definizione: è fisicamente impossibile che esista un impianto simile.

Cerchiamo di capirne qualcosa:
http://files.meetup.com/206766/GrilloNewsgiugno.pdf



La gestione a freddo dei rifiuti

Nell’ambito delle iniziative legate alla Quarta Giornata Mondiale contro l’Incenerimento dei Rifiuti, promossa dalla coalizione mondiale GAIA, la Rete Nazionale ”Rifiuti Zero” e Greenpeace Italia pubblicano la traduzione del rapporto di Greenpeace Gran Bretagna: "GESTIONE A FREDDO DEI RIFIUTI. Lo stato dell’arte delle alternative all’incenerimento per la parte residua dei rifiuti municipali”.

Cliccando sul link lo si potrà consultare in versione integrale:
http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/gestione-rifiuti-a-freddo.pdf