sabato 2 febbraio 2008

Cip6: una brutta faccenda...

Da Ansa.it:

Era stata una delle ragioni che aveva spinto le società in corsa per la costruzione del termovalorizzatore di Acerra a gettare la spugna, mandando deserto il bando scaduto pochi giorni fa. Ora l'ordinanza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi, che ripristina le agevolazioni tariffarie (Cip6) per la vendita dell'energia prodotta dagli inceneritori campani potrebbe spingere le due aziende in corsa, A2A e Veolia, a riconsiderare la questione. "Il ripristino degli incentivi - fanno notare fonti a delle società potenzialmente interessate al progetto - è sicuramente una cosa molto importante". Le aziende, viene spiegato, non hanno alcuna intenzione di lavorare in perdita, per di più in un contesto sociale molto difficile. La decisione presa in finanziaria (su proposta e pressione della sinistra radicale, ndr) di escludere dai contributi Cip6 l'energia prodotta dagli impianti di termovalorizzazione autorizzati ma non realizzati (come sono quelli campani), aveva reso gli investimenti non remunerativi e spinto gli operatori a uscire. "A quel punto - viene spiegato - partecipare non sarebbe stato più conveniente". (il profitto ovviamente non può essere mai sacrificato, il diritto alla salute, invece, sì!, ndr) Basterà l'ordinanza di Prodi sul Cip6 (un provvedimento che fissa prezzi incentivati per l'energia prodotta da fonti rinnovabili e assimilabili, rendendone così più remunerativa la produzione) a ravvivare l'interesse per i tre termovalorizzatori che si vogliono costruire? Molto dipenderà dal bando. Il precedente, sottolinea chi l'ha esaminato, conteneva delle criticità per le aziende. "Le alte fideiussioni richieste, ad esempio, hanno sì il compito di scoraggiare la partecipazioni di organizzazione malavitose alla gara ma rischiano di essere troppo gravose anche per le aziende in regola". E poi l'interlocutore per i pagamenti: "per le aziende è difficile accettare che siano i singoli Comuni a pagare per lo smaltimento dei rifiuti. Serve un interlocutore unico e solvibile quale potrebbe il Commissario straordinario o la Regione".

Così ha duramente replicato, dalle colonne di Liberazione, alla vicenda appena riportata, Tommaso Sodano (Presidente della Commissione Ambiente del Senato, Rifondazione Comunista).

Sotto il governo Prodi la politica era riuscita, con enorme fatica e dopo durissime battaglie dentro la stessa maggioranza, ad abolire la truffa dei Cip6, ingenti finanziamenti erogati a petrolieri e inceneritori, pagati dai cittadini con un "contributo" nella bolletta della luce sotto la voce: contributo per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. Credevano di finanziare ricerca sul solare e l'eolico e invece pagavano le fonti più obsolete ed inquinanti che esistono. Ce l'avevamo fatta. Oggi lo stesso Prodi, in totale disprezzo di una legge del Parlamento votata sotto il suo governo, ha emesso un'ordinanza di protezione civile per derogare ed ammettere ai contributi Cip6 non uno, ma ben tre inceneritori. Acerra, naturalmente, un altro a S.Maria la Fossa e il terzo, finora neanche progettato, a Salerno, senza lo straccio di un piano regionale rifiuti. Naturalmente il tutto ammantato dalla cosiddetta "emergenza" rifiuti che va avanti da 14 anni. Sgombriamo il campo dall'equivoco che su Napoli e Campania sta travolgendo l'ambientalismo "reo" di aver combattuto gli inceneritori: abbiamo accettato Acerra, perché la situazione è ormai tale da rendere la costruzione di quell'inceneritore indispensabile. Ma perché deve essere finanziato con una truffa ai danni dei cittadini? Perché altri due inceneritori? Per seppellire per sempre la raccolta differenziata? Gli imprenditori dell'incenerimento, una lobby potentissima, non sostengono che si tratta di un affare vantaggioso? E hanno bisogno dell'assistenza dello Stato per le loro imprese? Hanno bisogno che la gente creda che producono un sacco d'energia e non emettono diossina, per carità! Prodi ha utilizzato l'ordinanza di protezione civile che per sua natura può avere vita limitata: ma i contratti Cip6, però, durano 10 anni. Oggi, di fronte a questa ordinanza di Prodi, che è stato commissario europeo e sa bene che l'Europa ci ha richiamato al dovere molte volte sulla questione dei rifiuti, nel corso di una crisi dagli esiti incerti, ho visto la lobby ricompattata e pronta ad azzannare: l'attacco era iniziato a "Porta a Porta", mercoledì sera, con Casini e Franceschini che promettevano inceneritori a volontà. Si vergogni, presidente del Consiglio, e ritiri immediatamente la sua illegale ed ingiustificata ordinanza. Volete fare gli inceneritori? Non chiedete soldi alla gente dicendo che vi servono per l'energia pulita.

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Termovalorizzatori, la vera alternativa?

Il termovalorizzatore è un impianto che fa parte della mitologia, non della realtà: è la mistificazione pubblicitaria dell’inceneritore a recupero energetico, cioè un inceneritore che impiega il calore sviluppato nell’incenerimento dei rifiuti per produrre calore ed elettricità.
La definizione di termovalorizzatore dovrebbe essere quella di una centrale elettrica che produce energia termica ed elettrica per cogenerazione bruciando come combustibile i rifiuti. Non serve scomodare i più grandi ingegneri e professori del mondo, basta uno studentello accorto per smentire questa definizione: è fisicamente impossibile che esista un impianto simile.

Cerchiamo di capirne qualcosa:
http://files.meetup.com/206766/GrilloNewsgiugno.pdf



La gestione a freddo dei rifiuti

Nell’ambito delle iniziative legate alla Quarta Giornata Mondiale contro l’Incenerimento dei Rifiuti, promossa dalla coalizione mondiale GAIA, la Rete Nazionale ”Rifiuti Zero” e Greenpeace Italia pubblicano la traduzione del rapporto di Greenpeace Gran Bretagna: "GESTIONE A FREDDO DEI RIFIUTI. Lo stato dell’arte delle alternative all’incenerimento per la parte residua dei rifiuti municipali”.

Cliccando sul link lo si potrà consultare in versione integrale:
http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/gestione-rifiuti-a-freddo.pdf