Motivi d’inadeguatezza del sito
Dalla relazione risulta chiara l’inadeguatezza del sito per i seguenti motivi:
L’area interessata è posta su di una faglia attiva ad elevato rischio sismico;
come si evince dai due grafici riguardanti gli eventi sismici che hanno interessato i territori di Caggiano e Vietri di Potenza, episodi di questo tipo sono aumentati in maniera rilevante nel corso dell'ultimo secolo
In evidenza nella foto le faglie create dai sismi all'interno della cava di Serra Arenosa
Il suolo è di natura calcarea e quindi soggetto a possibili infiltrazioni di natura inquinante;
foto di Luigi Lupo
Grotta della Serrola sita a poche centinaia di metri dalla cava
La presenza di falde acquifere sotterranee alimentanti sorgenti attigue al fiume Melandro e la sorgente Acqua dell’Elice.
sorgente di acqua sulfurea a 200m dalla cava
Lo stesso Ortolani fa notare il “grave ed imperdonabile errore” commesso dalla Provincia nell'aver affidato a due tecnici privi di competenze geologiche, di coscienza ambientale, nonché, presumibilmente, della conoscenza diretta del territorio, la verifica dell'idoneità del sito di Serra Arenosa. Per questi motivi la relazione stilata dai due tecnici è da considerarsi assolutamente priva di qualsiasi fondamento.
Danni per l'ambiente
Inoltre, essendo noto a tutti che i rifiuti conservano il loro potere inquinante per millenni ed essendo la zona caratterizzata da instabilità geologica è evidente l’assoluta pericolosità di una scelta chiaramente non ponderata, che andrebbe a rompere l'equilibrio dell'intero territorio circostante compromettendo irrimediabilmente le attività e le produzioni delle aziende agricole, nonché le vite degli abitanti della zona su cui questa scelta andrebbe a gravare direttamente, oltre al danno per l'ambiente e, di conseguenza, per la salute della collettività.
Principio costituzionale dimenticato
Oltre alle incompetenze tecniche si rilevano anche profili di illegalità. Il sito, infatti, si trova sul confine tra due regioni, Campania e Basilicata. La legge recentemente approvata “per superare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania” (legge 87 del 2007) prevede che nel caso si sconfini nel territorio di una regione limitrofa si debbano, perlomeno, consultare le istituzioni di questa. Nel caso specifico, la Provincia di Salerno non ha effettuato nessuna comunicazione né alla Regione Basilicata né, tanto meno, alla Provincia di Potenza. Per non parlare della consultazione della locale popolazione (o, al limite, dei suoi rappresentanti comunali). Principio costituzionale troppo spesso dimenticato.
In questo modo la Provincia di Salerno dimostra, senza ombra di dubbio, che il suo primo interesse non è la salute dei suoi cittadini né la risoluzione del problema-rifiuti; resta da capire quale sia, quindi, il suo interesse e se questo non sia il mantenimento di uno stato di emergenza che non permette di affrontare il problema secondo le regole e che, a quanto pare, necessita invece della trasgressione di quante più regole e leggi possibili, rendendo indispensabile l'intervento di chi della trasgressione delle leggi fa il proprio mestiere.
Appello alla mobilitazione
Per tutti questi motivi, ma anche per un allargamento di prospettiva, l'appello alla mobilitazione che rivolgiamo alle comunità coinvolte, tramite la convocazione di un'assemblea da cui dovrà presumibilmente scaturire la costituzione di un comitato popolare, si muove lungo cinque direttrici:
- presa di coscienza attraverso studi, ricerche e confronti sulla questione-rifiuti in Campania, della reale entità della situazione che oggi ci riguarda direttamente, ma che domani potrebbe estendersi ad altre zone, le quali dovrebbero avere garantito il nostro irrevocabile impegno;
- organizzazione delle modalità di lotta che si riterranno adeguate al conseguimento degli obiettivi;
- progettualità, cioè come pensare, confrontandosi con esperienze all'avanguardia sul tema, a soluzioni alternative per lo smaltimento dei rifiuti (in opposizione alle discariche o alle ecoballe, quindi, al Piano regionale per i rifiuti della regione Campania) ad esempio attraverso un uso sistematico, ed obbligatorio, del sistema della raccolta differenziata o tramite la valutazione di possibilità che prevedano la costruzione di impianti di compostaggio ecc…;
- riflessione sul consumismo e sui modi di produzione, nella prospettiva di “un altro modo di produrre”, fondato sui bisogni o, più pragmaticamente, sul consumo critico;
- connessione con le altre realtà locali interessate, ma anche con le soggettività critiche e le competenze impegnate in queste problematiche.
3 commenti:
diamine che schifo.
speriamo che si fermino.
in bocca al lupo ragazzi.
producete i rifiuti e poi non li volete...né la discarica, né l'inceneritore, né il termovalorizzatore... ma se fate anche la cacca perché non istituite il comitato NO ALLE FOGNE PUBBLICHE?
p.s. vi auguro comunque di non fare la fine di Napoli
Per l-anonimo precedente, gli segnalo che sia Vietri che Caggiano fanno la raccolta differenziata da Anni e sono comuni pulitissimi ed esemplari sotto questo aspetto. Il punto e' che non vogliono l'immondizia di chi questo non lo fa !
Saluti
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