Era stata una delle ragioni che aveva spinto le società in corsa per la costruzione del termovalorizzatore di Acerra a gettare la spugna, mandando deserto il bando scaduto pochi giorni fa. Ora l'ordinanza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi, che ripristina le agevolazioni tariffarie (Cip6) per la vendita dell'energia prodotta dagli inceneritori campani potrebbe spingere le due aziende in corsa, A2A e Veolia, a riconsiderare la questione. "Il ripristino degli incentivi - fanno notare fonti a delle società potenzialmente interessate al progetto - è sicuramente una cosa molto importante". Le aziende, viene spiegato, non hanno alcuna intenzione di lavorare in perdita, per di più in un contesto sociale molto difficile. La decisione presa in finanziaria (su proposta e pressione della sinistra radicale, ndr) di escludere dai contributi Cip6 l'energia prodotta dagli impianti di termovalorizzazione autorizzati ma non realizzati (come sono quelli campani), aveva reso gli investimenti non remunerativi e spinto gli operatori a uscire. "A quel punto - viene spiegato - partecipare non sarebbe stato più conveniente". (il profitto ovviamente non può essere mai sacrificato, il diritto alla salute, invece, sì!, ndr) Basterà l'ordinanza di Prodi sul Cip6 (un provvedimento che fissa prezzi incentivati per l'energia prodotta da fonti rinnovabili e assimilabili, rendendone così più remunerativa la produzione) a ravvivare l'interesse per i tre termovalorizzatori che si vogliono costruire? Molto dipenderà dal bando. Il precedente, sottolinea chi l'ha esaminato, conteneva delle criticità per le aziende. "Le alte fideiussioni richieste, ad esempio, hanno sì il compito di scoraggiare la partecipazioni di organizzazione malavitose alla gara ma rischiano di essere troppo gravose anche per le aziende in regola". E poi l'interlocutore per i pagamenti: "per le aziende è difficile accettare che siano i singoli Comuni a pagare per lo smaltimento dei rifiuti. Serve un interlocutore unico e solvibile quale potrebbe il Commissario straordinario o la Regione".
Così ha duramente replicato, dalle colonne di Liberazione, alla vicenda appena riportata, Tommaso Sodano (Presidente della Commissione Ambiente del Senato, Rifondazione Comunista).