mercoledì 6 febbraio 2008

A Buccino il percolato?

Da Il Mattino del 05/02:

Intesa raggiunta per una proposta alternativa al piano del commissario De Gennaro, il quale individuava il depuratore Sele-Tusciano, nel comune di Eboli, come uno dei due luoghi idonei (l'altro è Nocera Superiore) allo stoccaggio del percolato. Il documento presentato dalla Provincia di Salerno indica la compatibilità di una vasca, prossima ad un impianto sito nel territorio di Buccino, da anni in funzione per il trattamento dell'inquinante, capace di contenere i 2 mila metri cubi richiesti. Una valutazione questa, frutto di incontri susseguitisi in questi giorni tra i tecnici della struttura commissariale, la Provincia di Salerno, il Comune di Eboli ed il Consorzio Asi, ente di gestore degli impianti di depurazione. Un documento di sintesi non solo tecnica, ma anche politica, per scongiurare l'ipotesi del percolato a pochi metri dal mare e dalla foce del Sele. Ed è sulla spinta dagli assessori all'Agricoltura e all'Ambiente della Provincia di Salerno, del sindaco di Eboli, Melchionda e dell'assessore all'Ambiente e Agricoltura del Comune di Eboli, Pierino Infante, che ieri pomeriggio, pare, sia stata raggiunta un'intesa con la società CGS del consorzio Asi, gestore del suddetto impianto buccinese, individuato per contenere il percolato. Nei giorni scorsi i tecnici hanno proceduto ad elaborare un piano alternativo per il liquame prodotto dalla decomposizione del rifiuto, che dal 28 gennaio scorso, come da ordinanza commissariale, sarebbe dovuto arrivare ad Eboli, in contrada Coda di Volpe, nel depuratore Sele-Tusciano, mai entrato in funzione per l'assenza di una rete di collegamento. Pericolo scongiurato per i territori della piana del Sele? Troppo presto per dirlo, l'ultima parola spetta al Commissariato di Governo, che in queste ore valuterà la fattibilità del piano proposto.

Ci stupisce la sapientissima, e coordinata ai più articolati livelli, celerità tecnica e strategica dimostrata, in questa occasione, dalla Provincia di Salerno, specie se raffrontate all'inerzia e perfino alla cocciutaggine, anche di fronte ad evidenti ed accertate incompatibilità geo-ambientali e non solo, dimostrate nel caso di Serra Arenosa. Certo, capiamo che quest'ultima sia stata indicata direttamente dalla Provincia, a differenza del percolato ad Eboli, scelta effettuata dal Commissariato, ma pensiamo anche che, di fronte ai propri errori di valutazione (o forse non si tratta di questo, bensì di malafede e calcolo politico...) si possa ragionevolmente, ed autocriticamente, tornare indietro.

Termovalorizzatori, la vera alternativa?

Il termovalorizzatore è un impianto che fa parte della mitologia, non della realtà: è la mistificazione pubblicitaria dell’inceneritore a recupero energetico, cioè un inceneritore che impiega il calore sviluppato nell’incenerimento dei rifiuti per produrre calore ed elettricità.
La definizione di termovalorizzatore dovrebbe essere quella di una centrale elettrica che produce energia termica ed elettrica per cogenerazione bruciando come combustibile i rifiuti. Non serve scomodare i più grandi ingegneri e professori del mondo, basta uno studentello accorto per smentire questa definizione: è fisicamente impossibile che esista un impianto simile.

Cerchiamo di capirne qualcosa:
http://files.meetup.com/206766/GrilloNewsgiugno.pdf



La gestione a freddo dei rifiuti

Nell’ambito delle iniziative legate alla Quarta Giornata Mondiale contro l’Incenerimento dei Rifiuti, promossa dalla coalizione mondiale GAIA, la Rete Nazionale ”Rifiuti Zero” e Greenpeace Italia pubblicano la traduzione del rapporto di Greenpeace Gran Bretagna: "GESTIONE A FREDDO DEI RIFIUTI. Lo stato dell’arte delle alternative all’incenerimento per la parte residua dei rifiuti municipali”.

Cliccando sul link lo si potrà consultare in versione integrale:
http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/gestione-rifiuti-a-freddo.pdf