venerdì 11 gennaio 2008

Le discariche controllate e la direttiva della Comunità Europea sulle discariche di rifiuti

Forse non tutti sanno cosa è una discarica ed ignorano le norme che ne limitano la pericolosità. Ebbene, per discarica controllata si intende un metodo che prevede lo stoccaggio definitivo dei rifiuti per strati sovrapposti, allo scopo di facilitare la fermentazione della materia organica. I processi di decomposizione delle sostanze organiche che avvengono ad opera dei batteri anaerobici presenti nelle discariche portano alla produzione di percolato e biogas, la cui diffusione nell’ambiente circostante sarebbe causa di inquinamento del suolo, delle acque (superficiali e sotterranee) e dell’aria. Quindi, i criteri di costruzione di una discarica controllata devono garantire la limitazione del flusso degli inquinanti verso l’ambiente esterno (ad esempio tramite la realizzazione di barriere di impermeabilizzazione, di sistemi di drenaggio del percolato e di pozzi di captazione del biogas).
Quindi il percolato ed il biogas sono gli agenti maggiormente dannosi per l'ambiente e la salute dei cittadini. Esistono delle norme di sicurezza delle discariche per limitare il loro impatto sull'ambiente (al seguente link si possono trovare informazioni semplici da capire su cosa è una discarica e come si costruisce: http://www.arpa.emr.it/piacenza/opr/urbani/discarica.htm) ed anche la Comunità Europea stabilisce delle regole.
La direttiva (1999/31/CE) sulle discariche di rifiuti stabilisce una serie di requisiti tecnici dettagliati per la progettazione, il funzionamento, la chiusura e la successiva gestione delle discariche. Essa si propone di ovviare agli effetti negativi sull'ambiente delle aree precedentemente adibite a discarica: basti pensare all'inquinamento delle acque superficiali, delle acque freatiche e dei terreni, nonché all'inquinamento atmosferico. Le discariche possono inoltre produrre effetti negativi sull'ambiente nel suo insieme, ad esempio contribuendo all'effetto serra. La direttiva vieta il deposito in discarica di taluni tipi di rifiuti, come le gomme usate, e impone agli Stati membri di ridurre il totale dei rifiuti biodegradabili ammessi a discarica al 35% dei livelli del 1995. In questo modo si contribuirà ad attenuare le ricadute negative delle discariche e a promuovere la valorizzazione dei rifiuti. Il termine per il recepimento della direttiva era il 16 luglio 2001, e tutte le discariche esistenti dovranno essere adattate ai requisiti da essa previsti entro il 16 luglio 2009.

Tra l'altro la direttiva 1999/31/CE stabilisce all'allegato 1 i requisiti generali per tutti i tipi di discariche e recita testualmente:

Per l'ubicazione di una discarica si devono prendere in considerazione i seguenti fattori:


  • le distanze fra i confini dell'area e le zone residenziali e di ricreazione, le vie navigabili, i bacini idrici e lealtre aree agricole o urbane;

  • l'esistenza di acque freatiche e costiere e di zone di protezione naturale nelle vicinanze;

  • le condizioni geologiche e idrogeologiche della zona;

  • il rischio di inondazione, cedimento, frane o valanghe nell'area della discarica;

  • la protezione del patrimonio naturale o culturale della zona
La discarica può essere autorizzata solo se le caratteristiche del luogo, per quanto riguarda i fattori summenzionati o le misure correttive da adottare indicano che la discarica non costituisce un grave rischio ecologico.

Testo integrale

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Termovalorizzatori, la vera alternativa?

Il termovalorizzatore è un impianto che fa parte della mitologia, non della realtà: è la mistificazione pubblicitaria dell’inceneritore a recupero energetico, cioè un inceneritore che impiega il calore sviluppato nell’incenerimento dei rifiuti per produrre calore ed elettricità.
La definizione di termovalorizzatore dovrebbe essere quella di una centrale elettrica che produce energia termica ed elettrica per cogenerazione bruciando come combustibile i rifiuti. Non serve scomodare i più grandi ingegneri e professori del mondo, basta uno studentello accorto per smentire questa definizione: è fisicamente impossibile che esista un impianto simile.

Cerchiamo di capirne qualcosa:
http://files.meetup.com/206766/GrilloNewsgiugno.pdf



La gestione a freddo dei rifiuti

Nell’ambito delle iniziative legate alla Quarta Giornata Mondiale contro l’Incenerimento dei Rifiuti, promossa dalla coalizione mondiale GAIA, la Rete Nazionale ”Rifiuti Zero” e Greenpeace Italia pubblicano la traduzione del rapporto di Greenpeace Gran Bretagna: "GESTIONE A FREDDO DEI RIFIUTI. Lo stato dell’arte delle alternative all’incenerimento per la parte residua dei rifiuti municipali”.

Cliccando sul link lo si potrà consultare in versione integrale:
http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/gestione-rifiuti-a-freddo.pdf