L'articolo de La Gazzetta del Mezzogiorno.
giovedì 28 febbraio 2008
La Provincia di Potenza andrà al Tar del Lazio. Obiettivo: annullare la delibera della Provincia di Salerno su Serra Arenosa!
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mercoledì 20 febbraio 2008
Ancora una fumata grigia... Intanto la Provincia di Potenza s'impegna ad impugnare la delibera...
Da Ansa.it:
Di questa netta, e ulteriore, presa di posizione non possiamo altro che compiacerci...
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martedì 19 febbraio 2008
La Provincia va in Commissariato e Paladino smorza i toni... Giorni decisivi...
Da segnalare come l'assessore Paladino, nel primo dei due articoli in oggetto, si permetta d'ironizzare sul professor Ortolani, cioè una delle poche persone che ha dimostrato, e non solo in questa occasione, seria professionalità ed attenzione alle prerogative, ed ai diritti, dei territori e delle persone. Veramente deplorevole, ma non ci stupiamo più di nulla.
CONTINUIAMO A VIGILARE, LA LOTTA PERMANE SERIA E INTRANSIGENTE!
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sabato 16 febbraio 2008
Cambia il piano De Gennaro: non ri-aprirà nessuna delle vecchie discariche, perchè inidonee. Finalmente un gesto di responsabilità!
Da un estratto (con nostri incisi in grassetto) de Il Corriere del Mezzogiorno di sabato 16 febbraio:
Il calcolo di previsione che il commissario per l'emergenza, il prefetto Gianni De Gennaro, provò a elaborare al momento del suo insediamento mirava a sfondare il tetto di 1 milione di tonnellate (ma non, come furbescamente ipotizzava Paladino, da depositare in una o due mega discariche soltanto, bensì indicando questa concreta cifra complessivamente, da smaltire in 4-5 discariche di media grandezza; in questo senso basta consultare l'originario piano De Gennaro, da noi precedentemte riportato, anche se ormai divenuto, quasi del tutto, carta straccia, come sarà chiaro nel prosieguo del presente articolo, ndr) da smaltire in cento giorni, in coincidenza con la fine del suo mandato. Ora, la portata si riduce (probabilmente si attesterà sulle 700 mila tonnellate, considerando l'andamento di raccolta attuale e sottolineando come si stiano stringendo i contatti con due associazioni tedesche impegnate nello smaltimento dei rifiuti, Itad e Bde, le quali hanno ricevuto una richiesta ufficiale per smaltire, tramite incenerimento, 200 mila tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania, ndr). Non solo. Infatti, De Gennaro punta ad aprire le discariche provinciali nel più breve tempo possibile, data l'imprecisione delle valutazioni pregresse (lasciate in eredità dalla precedente struttura commissariale, ndr), attestanti la bonifica e/o l'idoneità dei vecchi siti (che si prevedeva, appunto, di utilizzare secondo il piano De Gennaro, ndr), nei quali è stato, invece, impossibile operare alla luce dei preoccupanti esiti scaturiti dalle nuove analisi (con lo stesso commissario che, in una dichiarazione all'Ansa, è stato costretto ad ammettere che avevano ragione le locali popolazioni nel protestare, ndr). De Gennaro preferisce la riservatezza, ma sarebbero soprattutto le condizioni in cui versa Lo Uttaro, il sito di Caserta già posto sotto sequestro, a suscitare inquietudine. "A Montesarchio - dice De Gennaro - ho dovuto revocare l'ordinanza poichè è emerso un rischio statico dell'invaso. Ad Ariano Irpino (quasi a voler smentire, inconsapevolmente, le recenti dichiarazioni dell'assessore Paladino, il quale aveva giustappunto nominato Difesa Grande, nel territorio di Ariano Irpino, oltre che dimostrando, ancora una volta, come dei dati tecnici, ambientali e geologici, dalle parti del Commissariato, nonostante le deroghe, se ne tiene adeguatamente conto, ndr) ho disposto delle analisi ed è emerso che oltre a franare, la discarica è anche inquinata. A Villaricca mi accorgo che la capacità residuale è di appena 10 mila tonnellate e, fatti velocemente i calcoli, non mi conviene spendere soldi per uno spazio tanto insufficiente". A questo punto, diventa non solo necessario, ma improcrastinabile aprire nuovi invasi: "Chiuso il discorso con le vecchie discariche - affonda il commissario - dato che le carte che abbiamo trovato segnalavano situazioni ben diverse rispetto a quello che abbiamo effettivamente rinvenuto dopo aver eseguito i nostri esami, compresi i carotaggi obliqui e le analisi del terreno, non ci resta che aprire le nuove discariche provinciali" (ricordiamo che, secondo la legge 87/07, esse sarebbero da edificare a: Savignano Iripino (Av), Sant'Angelo Trimonte (Bn) e Terzigno (Na); il caso di Serre (Sa), è diverso: essa è già attiva ed è in fase di esaurimento; infatti, nella stessa legge 87, si demandava alla Provincia di Salerno d'individuarne un'altra in sua sostituzione: come tutti sappiamo, in tale ottica, è stata indicata Serra Arenosa, Caggiano (Sa); per quel che riguarda la discarica provinciale da ubicare nel territorio casertano, infine, nella legge 87 non v'è traccia, nè menzione, alcuna, ndr). Prosegue De Gennaro: "Tra una settimana incominceremo a lavorare a Savignano Irpino. Quindi, avvieremo Sant'Arcangelo Trimonte, nel Sannio, dove mi recherò martedì prossimo per incontrare i rappresentanti locali. Poi toccherà a Terzigno. Successivamente esamineremo quale discarica aprire nel Casertano e quale nel Salernitano". Per Savignano, De Gennaro ha già firmato gli atti amministrativi, c'è il progetto definitivo ed è stato modificato anche il provvedimento per gli espropri. "In due mesi - precisa - spero di poter occupare progressivamente sia Savignano che Sant'Arcangelo, giacché si tratta di siti capaci, rispettivamente, di accogliere 700 mila e 450 mila tonnellate". Per Terzigno, infine, è pronto lo studio di fattibilità del ministero dell'Ambiente.
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venerdì 15 febbraio 2008
Voci di stampa...
Da un estratto de Il Corriere del Mezzogiorno di mercoledì 13 febbraio:
Da La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 14 febbraio:
Da La Nuova Basilicata di giovedì 14 febbraio:
E' questa (l'ipotesi mega discariche, ndr), secondo Paladino, l'unica possibilità per non realizzare la discarica al confine tra le province di Salerno e Potenza. Anche perchè i rilievi tecnici evidenziati dai Comuni di Caggiano e Vietri di Potenza, e dalle stesse Regione e Provincia di Potenza, non potrebbero aiutare in caso di necessità. "Parlare di sismicità o di vicinanza ai centri abitati - ha ricordato l'assessore - non farebbe recedere il Commissariato dal costruire la discarica tenuto presente che Ariano Irpino o altri siti che si trovano nella stessa situazione saranno riaperti" (vergogna, spudoratezza e mancanza di contatto con la realtà, da parte di Paladino, ancora una volta, ndr).
In attesa che venga fissato qualche punto fermo e preciso, valutiamo le indiscrezioni, deploriamo la solita ambiguità (tendente al pilatesco scaricabarile) dell'assessore Paladino e, soprattutto, segnaliamo uno spunto di riflessione: si è mai visto un responsabile dell'Ambiente, quale è Paladino, per il quale i requisiti tecnici, geologici e, giustappunto, ambientali, di una data zona, valgano meno di zero?
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martedì 12 febbraio 2008
Informiamoci...
Da Il Manifesto del 10 febbraio 2008:
La Fibe voleva guadagnare dalla produzione di energia. Un business da milioni di euro. Bruciando di tutto, anche i pneumatici. Ecco cosa si nasconde dietro la costruzione dell'impianto.
Francesca Pilla
Napoli
E' stata l'inchiesta della Procura di Napoli a evitare l'inevitabile. Tre anni di indagini che hanno prodotto oltre 100 mila pagine di fascicoli e 29 imputati. Cento faldoni zeppi di passaggi meticolosi, documenti, intercettazioni, compongono un impianto accusatorio confermato la scorsa estate dal gip Rosanna Saraceno, che ha disposto il sequestro di 750 milioni di euro e interdetto la ditta alla partecipazione di gare pubbliche di smaltimento rifiuti. Ora nell'udienza preliminare l'accusa cerca di confermare le tesi: hanno truffato la regione Campania e il governo per interessi privati. La camorra non c'entra un tubo nella lenta agonia che ha portato al collasso l'intero ciclo. Se pure si è infiltrata nei vari processi, il suo ruolo è stato marginale.
Come ti aggiro il contratto
La gara d'appalto del '99 era chiara e senza scappatoie. L'Impregilo avrebbe dovuto entro 14 mesi costruire il termovalorizzatore, avere a disposizione terreni e impianti funzionanti a norma di legge, in particolare al Dm del '98. Non avrebbe potuto subappaltare a terzi nessuna delle attività, anche del trasporto, e soprattutto in caso di disfunzioni o di slittamento dei tempi avrebbe dovuto sostenere ogni spesa relativa all'invio delle ecoballe fuori regione. Tutto disatteso. La multinazionale avrebbe mentito fin dall'inizio, partecipato senza avere la metà dei requisiti richiesti, tra l'altro lanciandosi in un'attività che nulla aveva a che fare con la sua esperienza in costruzioni. Come confermato dai fatti, l'Impregilo-Fisia-Fibe non ha rispettato nessuna delle prescrizioni, anzi quando si è accorta che il ciclo non funzionava avrebbe organizzato la truffa, tentando di guadagnare sui disastri. E' qui che Bassolino e il suo staff avrebbero commesso una serie di illeciti dal 2001 al 2004, concedendo deroghe su punti fondamentali del contratto. Non sarebbe stata infatti nei poteri del commissariato la possibilità di modificare la gara d'appalto per favorire l'azienda affidataria. Il commissariato avrebbe autorizzato, senza averne il potere, la «creazione» delle piazzole di sosta per le ecoballe: mostri come la cittadella della "munnezza" a Taverna del Re di Giugliano, a Villa Literno, a Santa Maria La Fossa. Non solo, si è accollato tutti i costi del mancato smaltimento e non ha «controllato» gli impianti cdr. Se è andata effettivamente così qual è il motivo? Sono stati aggirati o ci hanno guadagnato? Saranno i giudici a decidere.
Le banche sapevano?
I tecnici e i consulenti, però avevano le prove che il sistema era «taroccato». Sono, infatti, prima le banche finanziatrici a rendersi conto che qualcosa non quadra. Già nel 2001 la San Paolo Imi group e l'istituto di credito internazionale West Lb, alla richiesta di ingenti finanziamenti vogliono vederci chiaro e mandano un consulente, l'ingegnere Paolo Polinelli della Montgomery Watson. Nonostante i tentativi di dissimulazione e le analisi «addomesticate» dal laboratorio Fisia di Genova, Polinelli giudica inidonei gli impianti. Procede a nuovi controlli e come dichiarato ai pm conclude: «La nostra analisi del progetto fu progressivamente confortata da analisi sul cdr... fu considerato assolutamente lontano dai valori richiesti». Ma Armando Cattaneo, l'ex ad di Fibe, che secondo l'accusa sapeva e condivideva con la supervisione di Pier Giorgio Romiti, dà tutte le rassicurazioni sull'adeguamento. Le parti trovano un «escamotage», come riferisce Polinelli: «Il cdr sarebbe stato mediamente conforme ai parametri contrattuali». Prima del finanziamento avvenuto nel 2003 stipulano dunque un «Cdr side letter» dove si garantiscono eventuali adeguamenti. Solo il Credito Lyonnaise si era già sfilato, probabilmente aveva sentito puzza di «bruciato». Al telefono, nel maggio 2004, lo stesso Cattaneo afferma che mentre le banche si erano accorte dei problemi sulla qualità del cdr «il commissario (Bassolino, ndr) ha avuto un approccio blando». In seguito, con gli impianti che facevano acqua la Fibe decide di «andare oltre» e apre discariche fantasma per non vedersi chiudere i rubinetti da parte delle banche.
No differenziata, più energia
Già nel 2002, però, la situazione inizia a precipitare, da destra a sinistra in parlamento chiedono conto della monnezza in strada attraverso due interrogazioni parlamentari di Emidio Novi (Fi) e Pecoraro Scanio (Verdi). Nell'agosto 2002 Cattaneo scrive una nota al cdm «per dirimere ogni dubbio»: il materiale è a norma, cita i controlli Fisia di Genova. Dalla sua ha anche il via libera dell'Arpac, per questo è indagato il dirigente Maurizio Avallone, che nonostante i sopralluoghi non avrebbe mai denunciato le irregolarità. Il commissario Bassolino è l'intermediario con il governo e riesce a strappare diversi Opcm per fronteggiare la perenne emergenza. Piovono soldi, deroghe, poteri speciali. I progetti per la differenziata, però, non decollano. I motivi sono diversi. Nel 2005 sull'utenza in uso a Ettore Figliola, avvocato del dipartimento della protezione civile, la spiegano così: «Qui forse non hanno capito una mazza... è stata creata una società che ha fatto gli appalti per darli a. .. (indecifrabile) ...di intera proprietà del comune di Napoli. Bassolino e soci fecero una gara per la raccolta differenziata spendendo la bellezza di 280 miliardi; hanno poi comperato una serie di mezzi e autocompattattori per la munnezza normale? Dopo che glielo hanno dato all'Asia in comodato d'uso gratuito. Insomma il commissario compra i mezzi, li regala a qualcuno, qualcuno crea una società... peggio!». Ma questa è una supposizione ai limiti dell'illazione e non una prova.
Per l'accusa è invece un fatto che l'Impregilo avesse interesse a mettere di tutto nel termovalorizzatore per guadagnare di più e anche recuperare il tempo perduto a causa delle proteste degli acerrani, delle prescrizioni governative e delle inchieste. Infatti i magistrati, con diverse indagini parallele, iniziano via via a sequestrare gli impianti giudicati vecchi e inadeguati, bloccando un ciclo «artificioso». Non a torto visto che le «macchine» non riuscivano a stoccare nemmeno l'alluminio e i rifiuti presentavano più plastica in uscita rispetto all'entrata del talquale, come confermato perfino da un tecnico Fibe, l'ingegnere Sergio Pomodoro. Non solo. Nelle ecoballe ci finivano anche i pneumatici, che avrebbero aumentato l'energia prodotta dall'incenerimento. Ecco quanto si legge negli atti: «Effettuavano recupero di rifiuti speciali, pneumatici fuori uso, dotati di elevato potere calorifico destinati all'additivazione prodromica all'aumento del Pci delle balle di Cdr». Il tecnico della Fibe scrive nel tempo a tutti i dirigenti Impregilo per chiedere gli adeguamenti necessari per legge. Il 16-10-2002, in particolare, fa riferimento ai test interni nei siti di Caivano e Giugliano. «Mentre quelli di Caivano - scrive - sono ritenuti mediamente positivi (a parte il contenuto di cloro) quelli di Giugliano sono da ritenersi non soddisfacenti». Pomodoro sostiene anche che si tratta di una condizione generalizzata perché «le efficienze di separazione degli impianti sono sostanzialmente difformi da quelle di progetto (cioè va tutto insieme: carta plastica, metalli ferrosi, ndr)» e che si deve procedere all'adeguamento. Oggi, dopo sei anni, quell'adeguamento è ancora lettera morta.
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mercoledì 6 febbraio 2008
A Buccino il percolato?
Da Il Mattino del 05/02:
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argomento comunicato
domenica 3 febbraio 2008
Paul Connet, teorico della Strategia Rifiuti Zero, a Napoli...
Una soluzione non impossibile, e probabilmente l’unica che garantisce una reale salvaguardia ambientale, anche se in Italia c'è parecchia strada da fare. Attualmente infatti si ricicla solo il 18% della spazzatura (a Napoli il 10% o meno, anche se alcuni piccoli centri campani offrono invece esempi virtuosi), mentre il decreto Ronchi imponeva agli enti locali di raggiungere almeno il 35% entro il 31 dicembre del 2003.
Una strategia che implica anche però un cambiamento radicale nelle modalità di consumo: l’obiettivo non è infatti soltanto smaltire i rifiuti, ma anche ridurne drasticamente la produzione. Esempi già funzionanti sono, già da anni, il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda e molte grandi città degli Stati Uniti, dove si è raggiunta in breve tempo una diminuzione della spazzatura di oltre il 50%: in tutti i supermarket di queste zone sono stati installati ad esempio dispositivi di erogazione al minuto di shampoo, detergenti, acqua e vino, evitando così la produzione di milioni di contenitori di plastica.
da www.ecodinapoli.com
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argomento EVENTI
sabato 2 febbraio 2008
Napoli Antagonista si Autorganizza!
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Cip6: una brutta faccenda...
Era stata una delle ragioni che aveva spinto le società in corsa per la costruzione del termovalorizzatore di Acerra a gettare la spugna, mandando deserto il bando scaduto pochi giorni fa. Ora l'ordinanza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi, che ripristina le agevolazioni tariffarie (Cip6) per la vendita dell'energia prodotta dagli inceneritori campani potrebbe spingere le due aziende in corsa, A2A e Veolia, a riconsiderare la questione. "Il ripristino degli incentivi - fanno notare fonti a delle società potenzialmente interessate al progetto - è sicuramente una cosa molto importante". Le aziende, viene spiegato, non hanno alcuna intenzione di lavorare in perdita, per di più in un contesto sociale molto difficile. La decisione presa in finanziaria (su proposta e pressione della sinistra radicale, ndr) di escludere dai contributi Cip6 l'energia prodotta dagli impianti di termovalorizzazione autorizzati ma non realizzati (come sono quelli campani), aveva reso gli investimenti non remunerativi e spinto gli operatori a uscire. "A quel punto - viene spiegato - partecipare non sarebbe stato più conveniente". (il profitto ovviamente non può essere mai sacrificato, il diritto alla salute, invece, sì!, ndr) Basterà l'ordinanza di Prodi sul Cip6 (un provvedimento che fissa prezzi incentivati per l'energia prodotta da fonti rinnovabili e assimilabili, rendendone così più remunerativa la produzione) a ravvivare l'interesse per i tre termovalorizzatori che si vogliono costruire? Molto dipenderà dal bando. Il precedente, sottolinea chi l'ha esaminato, conteneva delle criticità per le aziende. "Le alte fideiussioni richieste, ad esempio, hanno sì il compito di scoraggiare la partecipazioni di organizzazione malavitose alla gara ma rischiano di essere troppo gravose anche per le aziende in regola". E poi l'interlocutore per i pagamenti: "per le aziende è difficile accettare che siano i singoli Comuni a pagare per lo smaltimento dei rifiuti. Serve un interlocutore unico e solvibile quale potrebbe il Commissario straordinario o la Regione".
Così ha duramente replicato, dalle colonne di Liberazione, alla vicenda appena riportata, Tommaso Sodano (Presidente della Commissione Ambiente del Senato, Rifondazione Comunista).
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argomento Informazioni
Termovalorizzatori, la vera alternativa?
La definizione di termovalorizzatore dovrebbe essere quella di una centrale elettrica che produce energia termica ed elettrica per cogenerazione bruciando come combustibile i rifiuti. Non serve scomodare i più grandi ingegneri e professori del mondo, basta uno studentello accorto per smentire questa definizione: è fisicamente impossibile che esista un impianto simile.
Cerchiamo di capirne qualcosa:
http://files.meetup.com/206766/GrilloNewsgiugno.pdf
La gestione a freddo dei rifiuti
Cliccando sul link lo si potrà consultare in versione integrale:
http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/gestione-rifiuti-a-freddo.pdf